WEEKEND AD HOC

Weekend passato con l’Erichina…zero programmi…un bel po’ di stanchezza e tanto appetito (come al solito)….Partenza sabato mattina dopo un venerdi’ devastante (io sono andata a letto alle 5) sono passata a prendere Tobias, che era rimasto a dormire da Salvo, e poi l’Ery e via verso quel di Ravenna per riaccompagnarlo a casa. Abbiamo fatto conoscenza con Silvia (la fidanzata di Tobias) e poi via verso il ristorante La Cubana di Marina di Ravenna. Abbiamo mangiato come due animalette e poi ci ha raggiunto un’amica dell’Ery. Salutata l’amica dell’Ery abbiamo girato per tutti i centri commerciali di Ravenna…poi siamo andate a casa (a Cesenatico) esauste. Ci siamo messe a fare un braccialettino di cotone a testa (uno io per l’Ery e uno lei per me) e poi verso le 22 ci è venuta fame e siamo andate dal Piadinaro di fronte allo stadio (dove fanno il mio rotolo farcito prerferito!!!). Con la panza piena ci siamo dirette a letto.

Mattina sveglia con molta calma, abbiamo finito i bracialetti mentre chiacchieravamo, al momento in cui eravamo pronte per uscire è venuto giu’ un mega squasso d’acqua che ci ha rallentato e non siamo riuscite ad arrivare in tempo per mangiare i bomboloni strepitosi….Meglio cosi’ non si ingrassa!!!Poi Merendero per il pranzo e in viaggio per le terme di Bertinoro. Arriviamo al parcheggio e mentre prendiamo gli zaini dal baule un romagnolo ci fa lo scherzone di dirci che le terme sono chiuse…entriamo al Grand Hotel e la tipa ci dice che c’è un mega gruppone dentro…io mi voglio rilassare in solitudine e chiedo se si puo’ posticipare l’entrata…cosi’ andiamo verso il parco e scopriamo con immenso piacere che la sagra della fragola di cui parlavo il giorno prima con l’Ery (ma non mi ricordavo dov’era) era proprio li’…eh ma che culo!!..ero entusiata…entriamo e ci offrono il cocktail di benvenuto…ci addentriamo nel parco dove ci sono pure i mercatini e arrivate nei pressi del patio ci prendiamo un bel bicchierone di fragole con l’aceto balsamico (il balsamico di quello buono…mi ha decisamente disinfettato la gola!!). Ci sediamo su delle seggiole dopo aver controllato che non fossero bagnate visto lo squasso appena passato….

Mi guardo intorno…un posto fermo nel tempo dove c’è l’orchestra che suona ancora la mazurca e il walzer…Un nonnino mi si ferma vicino per chiedermi se dopo andro’ a ballare i pezzi dell’orchestra e poi mi si siede accanto x parlare…mi fa piacere…penso sempre che ne abbiano tanto bisogno..magari non li ascolta nessuno…mi inizia a raccontare del suo passato…è del ’32..ha fatto la seconda guerra mondiale….poi è stato a lavorare a Colonia, in Germania, per 7 anni, poi a Parigi…mi racconta vari aneddoti..poi mi chiede se so qual’è l’unica malattia incurabile per cui non esistono medici..l’Erica ci prova: “La solitudine” “No, la gelosia!” ..E io rimango in silenzio ad ascoltarlo mentre lui argomenta animatamente la sua sentenza…un tuffo al cuore…perchè lo viene a dire proprio a me?! E in quel momento sento che si apre il cielo, fino ad un momento prima nuvoloso, e inizia a spuntare il sole…un sole forte forte…che mi riscalda e mi fa stare bene…un po’ come le parole del nonno…proprio nel periodo in cui avevo piu’ dubbi sulla mia mancanza di gelosia…sarà una risposta?!

Stiamo troppo bene li’ e l’Erica va ad avvisare la tipa delle terme che ritarderemo un po…poi torna pure con delle bazze…5 euro di sconto per andare alle terme…è troppo avanti quella ragazza…Poi ci tocca andare….

“Tocca”….mah..non sapevo che di li a poco avrei fatto una meravigliosa esperienza: le terme!!! Non c’ero mai stata in vita mia…non ho parole…quelle di Bertinoro sono stupende…non volevo piu’ uscire..spero di tornarci al più presto…tralascio la parte del Figone e della preparazione presso il baule della mia macchina perchè non sono determinanti…Uscite ci siamo trovate con un mio amico per andare a mangiare al ristorante  L’Antica Porta…per me un must di Bertinoro..con le sue pere al vino fantastiche!

Come al solito da un week end in cui non ci aspettavamo nulla è venuto fuori il meglio!! 

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CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO

Voglio che tu sia per me il coltello, e anch’io lo saro’ per te, prometto.

Per proteggerla da me, d’ora in avanti avrei dovuto semplicemente rimanere con lei, per sempre.

Ma con te non mi comporto in modo logico: solo in modo follemente logico. E non voglio nemmeno aspettare perchè il tempo con te è diverso. E’ circolare, e ogni momento si trova esattamente alla stessa distanza dal centro.

Non riesco a dormire.

Sto cercando un compagno per un viaggio immaginario(…)ho bisogno di un compagno reale per il mio viaggio immaginario.

Se è davvero cosi’, se ti senti tra parentesi, permettimi allora di infilarmici dentro, e che tutto il mondo ne rimanga fuori, che sia solo l’esponente al di fuori della parentese e che ci moltiplichi al suo interno.

Sei un tale enigma. Non è obbligatorio risolvero, dici tu, stai solo con me. OK, sono con te.

…La somiglianza che esiste tra noi…la somiglianza che esiste tra due tazze rotte esattamente nello stesso punto…

Concediti a me, lasciati andare, apri un po’ i pugni dalle nocche bianche(…)e più ancora peccato che io non mi trovi vicino a te ogni mattina quando ti svegli, per scioglierti le dita e accarezzarti le nocche.

Vorremmo staccarci ma non ne siamo capaci, e negli occhi di entrambi si aprono altri schermi in profondità. Penso a come un attimo simile ricordi il momento della tragedia, dopo la quale niente sarà più come prima.

Mi dispiace, ho provato ad abituarmi a te, ci ho provato sul serio, ma non sono riuscita a superare i tuoi tumulti, i tuoi illusionismi.

Per un po’ forse continuero’ ad urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà.

Esisteremo solo per noi.

Perchè è sveglia? Le donne perbene dormono a quest’ora, non si aggirano in piena notte tra la cucina e la veranda.

Provo qualcosa che non credevo esistesse: piacere e dolore a un tempo, proprio nello stesso punto.

Ho dimenticato la cosa più importante, giuro di proteggerti ocme un amico.

…Colori che, prima di conoscerti, non ero sicuro che esistessero.

A volte provochi in me dolori simili a quelli che si provano durante la crescita -nelle articolazione dell’anima, pero’. E’ una sensazione strana. In ogni tua lettera imparo su di te qualcosa di nuovo e d’inatteso, ma mi separo anche da qualcos’altro che pensavo e immaginavo di te. Certi giorni sento che sono ancora molto lontano dal conoscerti come vorrei.

Com’è che sai dare, e cosi’ bene, ciò che non hai mai ricevuto?

Che è un peccato che tu e io non possiamo essere amici. Semplicemente amici. Un’amicizia sincera, come tra due uomini. Sul serio, perchè non sei un uomo? Risolverebbe un sacco di problemi.

Il coraggio è assecondare i desideri della propria anima.

L’angoscia che tutto quello che c’è di buono in me non sarà mai dato a nessuno, e nessuno lo vorrà mai. Ma cosa c’è di buono in me?

Tra me e lei c’è un legame che non posso descrivere a parole. Perchè non è nelle parole, è nel corpo, nel contatto, nelle sensazioni sottopelle…

Senti, forse ti cerco già da anni, ti cerco disordinatamente, a casaccio, e continuo a brancolare. Capisco che ti sto cercando da molto tempo come uno che cerca una finestra in una stanza piena di fumo.

Se provi qualcosa per me, l’ombra di un sentimento, aiutami, non desistere. Ora, sii per me il coltello.(…) Aiutami contro di me, ti prego.

Per un attimo tocchi il mio dolore a mani nude e io sento che ti è caro. Vuoi sinceramente che non lo viva da sola. E un attimo dopo fuggi il piu’ lontano possibile…Ti prego solo di non andartene, perchè se te ne vai ora non farai più ritorno. Fuggirai oltre i confini del mondo e non vorrai ricordarti di quello che è iniziato qui, tra me e te, quando l’anima si apre così, lentamente e con dolore, verso un’altra persona.

C’è un punto in cui io e te cominciamo a parlare lingue diverse. E poi, cosa ne capisci, tu, di questa meraviglia, quando un perfetto sconosciuto all’improvviso si trasforma nel fulcro vivo di tutti i tuoi sentimenti, di tutti i tuoi pensieri e tutte le fantasie?

Non lo capisco. non mi capisco con te. Era come avevi detto tu: nel punto in cui ti sono più vicino, sono anche più sfuggente che mai.

Cosa augurarti? A dire il vero, dovrei augurarti te stessa, perchè tu sei il regalo più prezioso, più raro a cui possa pensare.

Svelare a una persona qualcosa che non sa di se stessa è un grande dono d’amore. il più grande.

Vorrei poterti toccare, annusare il tuo sudore, osservarti mentre fai una cosa qualsiasi.

In nessun caso vorrei voltare le spallea quello che c’è tra di noi. Sono disposta ad aspettare quanto occorre, quanto ti occorre. Perchè “quello che c’è tra di noi” merita l’attesa. (…) non credo che tu sia la persona in grado di guarirmi dalle ferite interiori; ma forse, in questa fase della mia vita, non ho tanto bisogno di un medico quanto di una persona che abbia una ferita simile alla mia.

Ma io credo, con tutto il cuore, che ci sia un luogo, forse non il giardino dell’Eden, in cui potremo stare insieme. Un luogo che nella “realtà” non è più grande di una capocchia di spillo, per via delle inevitabili restrizioni; ma per noi sarà grande abbastanza, e lì potrai essere te stesso, chiunque tu sia. Solo di una cosa nonsono ancora sicura, ed è questo che mi frena: forse non sei in grado di credere che esista al mondo un luogo in cui tu possa essere te stesso , e sentirti amato. (Perchè, se è così, non crederai mai che qualcuno possa amarti)

All’inizio ci siamo toccati come se fossimo degli estranei. Poi ci siamo toccati come ci hanno insegnato a farlo. Solo alla fine abbiamo osato toccarci come facciamo noi due.

Com’è possibile essere liberi senza essere crudeli?

Tu sei l’unico a cui voglio dare quello che risvegli in me.

Cerco anche di non pensare a te. Ma tu, naturalmente, sei sempre più veloce di me.

Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso

Non ho posto nella tua vita. Avrei già dovuto rassegnarmi. E se anche tu lo volessi, non oseresti trovarmi un posto libero nella tua “realtà”. (…) Nascondi a lei il mondo della tua immaginazione e a me quello della tua realtà. (…) E qual’è il luogo in cui vivi veramente, una vita completa?

Come sei entrato nella mia vita? Com’è possibile che fossi cosi’ indifesa? E non sei nemmeno entrato da una finestra o da un lucernaio. Sei riuscito a trovare una fessura attraverso la quale mi hai trafitto il cuore.

Dimmi, quante volte al giorno provi una fitta di dolore pensando: non le scrivero’ mai questa cosa. Non conoscerà mai questo momento?

Lui mi aspetterà, senza timori e senza angosce, finchè saro’ in grado di parlargli. Capisci? Non esiste l’obbligo di raccontarci sempre tutto e non sentiamo il bisogno di aggiornarci sull’intensità dei nostri sentimenti. (…) Stai pensando che se lui non mi si scaglia addosso per esaminarmi e scoprire perchè tutto d’un tratto mi sono rinchiusa in me stessa, e per chi lo faccio, molto probabilmente è perchè non mi ama abbastanza. Ma per me questo è amore.

E con quello sguardo mi chiedi ancora: chi sei? Non so vorrei essere chiunque il tuo sguardo vede in me. Sì, se solo non avrai paura di vedere – forse sarò.

Mi stringerai ancora più forte e mi bacerai con tutta l’anima, come se, così facendo, riversassi in me tutto quello che è racchiuso e celato in te, che si aprirà e si svelerà nel mio corpo, piano piano, finché tutto si scioglierà.

Vedo un uomo che non è un uomo e un bambino che non è un bambino. Vedo un uomo la cui maturità e la cui virilità sono come una cicatrice che si è chiusa e indurita sulla ferita del bambino. (…) Lettera dopo lettera sentivo che avrei potuto fare qualcosa per te; e non era un caso che tu ti fossi rivolto a me, perchè grazie al tuo intuito avevi capito che io avrei potuto guarire quella cicatrice, fino a rivelare il bambino, il tuo gemello luminoso e, ricominciando da lui, avresti potuto tornare ad essere l’uomo che sei, che eri destinato ad essere. Chi è quest’uomo? Temo che non mi permetterai più di scoprirlo. Posso solo indovinare che è tutto quanto insieme: adulto e bambino, uomo e donna, morto e vivo, e molte altre cose e molte altre persone – ma riuniti insieme, senza le divisioni artificiali e violente che esistono dentro di te. Perchè ai miei occhi, nel punto in cui tutte quelle “anime” si toccano, si mescolano e si uniscono senza che nulla le separi, sento che laggiu’ si trova il tuo vero io. Quando ti ho incontrato laggiù mi sono subito sentita riempire da te. Il mio corpo e la mia anima ti hanno parlato direttamente, oltre le tue parole, che non sempre amavo. Perchè laggiù tu mi ecciti veramente, mi stimoli, mi infiammi e mi fai male. E, quando, talvolta, mi hai permesso di stare laggiu’ con te mi sono sentita viva come non mi era mai successo con nessuno. Con nessun uomo.

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P.S.: David Grossman!!

LE PAROLE CHE NON TI HO MAI DETTO…

Le parole che non ti ho mai detto
hanno luce accecante di gemma
e sapore tagliente,
sono piccoli misteri di luna
nel buio del mio silenzio.
Le frasi che tu cerchi,
nei riflessi del mio sguardo,
sono voli di nuvole
in una danza di chiaroscuro.
Le verità che non ti ho svelato
sono conchiglie da accostare al cuore
per ascoltare l’oceano dell’anima.
Ciò che tu non sai
è delicata ferita sulla roccia dell’orgoglio,
piaga di tormento su un inutile tacere.
Eppure l’umile strumento del mio cuore,
costruisce torri di poesia
per difendere da un desiderio ladro e scaltro
tutte le verità che vorrei urlarti,
ma che un’inferriata di timore
mi impedisce anche solo di iniziare…

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P.S.: Giordana Bonacina