IL VERO BOLOGNESE

Perché, non raccontiamoci delle balle, il vero bolognese certe cose le sa.

Il vero bolognese forse non saprà scegliere quale delle 3T è la migliore, tanto sono belle tutte, ma sa per certo che la seconda va fatta in brodo. E che la terza non sta per Tangenziale.

Il vero bolognese lo sa, che quelle lì che spacciano per uscite sono in realtà stazioni della via crucis. Da percorrere con fede ogni santo giorno.

Il vero bolognese lo sa qual è il confine tra realtà e fantasia. Voi credete di farlo fesso, ma lui lo sa benissimo che quella cosa che chiamate spaghetti alla bolognese non esiste. Mi dispiace, non c’è verso, non esiste proprio.

Il vero bolognese, tra l’altro, prova l’impulso irrefrenabile di appendere per i maroni il ristoratore di turno, ogni volta che vede scritto sul menù quella roba lì.

Il vero bolognese però non lo fa, perchè fondamentalmente è un tipo pacifico. Un bonaccione. Un sempliz.

Il vero bolognese non ama alzare le mani. A dire il vero non ha nemmeno bisogno di star lì a dire troppe parolacce. Un bel socmel detto di gusto, è più che sufficiente.

Il vero bolognese vuota il rusco e dà il tiro , e sa che tu, tu che stai leggendo, o sei come lui o non capisci.

Il vero bolognese se ne dispiace, sinceramente.

Il vero bolognese, quello doc, sa cos’è la Sampìra , e può mostrarti tranquillamente al bus dla Iacma senza bisogno di scandalizzarsi.

Il vero bolognese, da cinno, andava ai Giardini Margherita con la certezza di poter vedere il leone e ad invidiare i bimbi che avevano una barchetta da poter far scorrazzare nella vaschetta. Guardava il pavone fare la ruota, i sederi rossi delle scimmie e, prima di tornare a casa, dava un po’ dei suoi popcorn ai daini e alle papere.

Sa che c’era solo il Bar Otello. Sa che cosa significa 1964. Sa che per molti, troppi, è poco più di un ricordo sbiadito. Un ricordo che fa rima con tremare il mondo fa.

Il vero bolognese lo sapeva già dal principio, che quest’anno si sarebbe giocato in serie B. Eppure ha trascorso l’estate a brontolare, a spendere parole su ingiustizia, complotti e ripescaggio. Si è incazzato pure. E parecchio. Ma mica è sceso in strada a far casino.

Perchè il vero bolognese sa che c’è di meglio da fare, lo sa bene che ci sono cose più importanti nella vita.

Il vero bolognese come vedete sa diverse cose: che Eneas portava i guanti, che Herbert Waas non era un pornoattore, che Mika Aaltonen non era un commesso dell’Ikea. Anche se a volte il dubbio gli è venuto.

Tre sono invece le cose che sa di Geovani. Che fece gol da centrocampo e che sua moglie si chiamava Andrea. Il vero bolognese sa anche che la terza cosa non esiste. Come quegli spaghetti di prima.

Il vero bolognese tutto questo lo sa.

Sa principalmente di essere un abitudinario, un pantofolaio. Uno che ha bisogno di certezze. Uno che non ama gli si spostino gli oggetti.

Sarà forse per questo motivo – e qui vengo al punto – che il vero bolognese sa soprattutto una cosa.

Quella fondamentale. Quella che da che mondo è mondo.

Il vero bolognese, in buona sostanza, sa che in via del Pratello 23, nel dubbio, suonare Serroni.

 

my life

IL VERO BOLOGNESEultima modifica: 2006-10-26T00:44:00+02:00da 3darkbutterfly3
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